Eredità tribale

Rhodri Jones

15 – 29 feb 2020
inaugurazione 15 febbraio, ore 17.30
tutti i giorni 17.30 – 19.30

Lavì! City – Bologna

Trasmesse oralmente per generazioni, le leggi del Kanun – o codice – di Lekë Dukagjini sono state per più di cinque secoli il fondamento del comportamento sociale e di auto-governo per i clan del nord dell’Albania, anche quando la regione era ufcialmente sotto il dominio Ottomano. Si tratta di leggi, consuetudini e valori che si sono evoluti per molti secoli, sia prima che dopo l’esistenza (1410-1481) del personaggio storico a cui sono attribuite. Alcune, in particolare quelle riguardanti il concetto dell’onore, che regolano le faide di sangue, potrebbero aver avuto origine dagli Illiri, gli antenati degli Albanesi. Il Kanun fu codifcato e scritto in una forma comprensibile ed efcace per la prima volta negli anni venti del Novecento da un prete Francescano, Shtjefën Gjeçov. Nonostante i tentativi di abolirne l’autorità durante i cinquant’anni di dittatura comunista di Enver Hoxha, i precetti del Kanun continuano ad esercitare un’infuenza signifcativa, soprattutto tra i cattolici che abitano gli altipiani del Nord. Quest’infuenza diventò particolarmente evidente durante le crisi politiche e sociali degli anni 90, quando gli abitanti degli altipiani settentrionali dovettero afrontare il crollo dell’autorità centrale del paese e si rivolsero quindi spontaneamente al Kanun in cerca di una guida. Oggi la maggior parte degli abitanti degli altipiani si è spostata in altre località dell’Albania o è emigrata. Poiché la popolazione proviene da una struttura sociale basata sulla famiglia estesa, sul clan, prova scarso rispetto nei confronti di qualsiasi autorità che non sia la gerarchia familiare. Alcuni clan hanno distorto i valori originali del Kanun e usano i concetti di ‘onore’ e di ‘fedeltà familiare’ per svolgere attività illegali in ambito internazionale (dall’omicidio a contratto, al furto a mano armata, alla prostituzione, al trafco di armi, persone e stupefacenti) così come la siciliana Cosa Nostra ha stravolto le proprie tradizioni. Questa è la storia di un popolo legato al proprio passato e dilaniato dalle contraddizioni che emergono afrontando la realtà dell’inizio del nuovo millennio. Questa è la storia di un museo ancora vivo: la terra del passato vivente. Le fotografe presentate in questa mostra sono state scattate tra il 1992 e il 2000. Il libro presente in galleria è un tentativo di far luce su un’enclave relativamente piccola dell’area balcanica e per poter comprendere di più su questa afascinante area dell’Europa.