I am, you are

Lucia Biancalana

dal 21 novembre al 2 dicembre

inaugurazione 21 novembre, ore 17,30

 

tutti i giorni dalle 17,30 alle 19,30

23 – 25 novembre dalle 15,30 alle 19,30

Lavì! City – Bologna

A cura di Elena Orlandi

 

La galleria degli specchi

 

Un’estate, due mesi scarsi, passati a girare quattro città, in mano un cellulare e un taccuino. Da questi pochi ingredienti è nato il progetto I am, you are di Lucia Biancalana.

Alla fine del suo percorso di studi, tornata a casa senza sentircisi fino in fondo, in attesa di capire come occupare davvero il suo tempo, una soluzione parziale è tornare a cercare gli amici e intanto soffermarsi a osservare il mondo. Nasce così una serie di fotografie, in cui persone sconosciute vengono prima immortalate istantaneamente e senza troppo riflettere e poi riportate su un piccolo taccuino che Lucia porta sempre con sé.

“La mia casa era altrove ed erano le persone” dice Lucia ricordando quel periodo.

Con i colori acrilici e poche ore di tempo a disegno, ricostruisce una specie di album fotografico e artistico di uomini, donne, bambini, con cui non parlerà mai eppure che un poco ha cominciato a conoscere, fosse anche solo perché si è interrogata su cosa facevano in quel punto del mondo e in quel punto del tempo.

Passeggiano, leggono, fanno shopping, riflettono, aspettano, si riposano. E l’artista dietro o davanti, un po’ di lato, quasi sempre senza incrociarne lo sguardo, tranne che in un unico, singolare caso che apre la strada alla continuazione della ricerca. Lucia sta ora infatti lavorando a And: qui le persone rappresentate diventano due, un primo tentativo di conoscenza o comunque di riflessione su cosa voglia dire incontrarsi e costruire una relazione, sempre restando un po’ defilati e in disparte, posando uno sguardo poetico e dolce sui corpi e sulle emozioni.

E ancora, un’ulteriore coda di progetto, From: amici e conoscenti hanno iniziato a mandarle fotografie di persone che vorrebbero che lei riportasse in carta e colori. La relazione qui si fa triangolo, e Lucia disegna senza aver mai nemmeno visto le persone da rappresentare; il filo più forte è forse quello che la lega a chi la foto l’ha inviata, e chissà che rapporto aveva questa persona con il fotografato.

Inizia a sentirsi la vertigine, anche se nel disegno è meno apparente. Ma è forse meno apparente perché siamo così sollecitati da immagini e rappresentazioni della figura umana che non riusciamo più a ritrovare al di là dell’immagine il corpo e l’esistenza reale della persona, come se fossimo intrappolati in una galleria degli specchi da Luna Park, o come se avessimo trovato a un mercatino dell’antiquariato un vecchio album delle fotografie abbandonato. Chi sono queste persone? Sono felici? E guardandole cosa possiamo scoprire di noi stessi?

Tre incarnazioni artistiche di un’unica indagine che ruota attorno al tema della relazione, al progressivo avvicinamento, all’incontro e allo specchio che l’altro sempre diventa di quel che noi siamo.