Andrea Serio è nato a Carrara nel 1973.
Illustratore e fumettista, da vent’anni dedito alla tecnica del pastello e della matita colorata, i suoi disegni sono stati esposti in importanti manifestazioni nazionali e internazionali.
Ha realizzato numerose copertine per romanzi, riviste e dischi, oltre a manifesti, libri per bambini e fumetti.

Tra le sue collaborazioni più recenti: Linus, Feltrinelli, Topipittori, Le Nouvel Observateur, La Revue Dessinée, Magnard Jeunesse, Bayard Editions, Kleiner Flug, Einaudi, Mondadori, La Stampa, Seuil Jeunesse, Futuropolis, Schreiber&Leser, Google.

Nel 2019 è uscito il suo graphic novel “Rapsodia in blu”, edito in Italia da Oblomov Edizioni e già tradotto in diverse lingue.

E’ Direttore Artistico della Scuola Internazionale di Comics e docente dell’Istituto Europeo di Design, presso le sedi di Torino.

Presentazione di Federico Cano Correa, Francesco Carofiglio

“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”

Così scriveva Italo Calvino nelle “lezioni americane” ed è questo l’intento e lo scopo dell’arte di Andrea Serio.

I suoi lavori, realizzati a pastello e matite colorate, ci fanno sentire esattamente così: leggeri.

In questa mostra sono esposte le intense tavole originali realizzate da Serio per la riedizione ad opera di Feltrinelli de “Il peso della Farfalla” racconto del 2009 di Erri De Luca.

Ad accompagnare le tavole definitive ci sono anche alcuni dei numerosi bozzetti preparatori.

Attraverso questi schizzi si può apprezzare e capire più da vicino il lavoro che c’è dietro ad un immagine finale, frutto di vari tentativi, di fallimenti e di successi.

“In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove” scrive De Luca e si può dire che anche Andrea Serio sia un solitario, un disegnatore che preferisce stare lontano dai riflettori, che si muove in punta di piedi, in maniera silenziosa.

Questo modo di essere credo si rispecchi anche nei suoi lavori e nel suo modo di interpretare il ruolo di illustratore.

La sua è una tecnica “classica”, un modo di lavorare lento, per il quale occorrono pazienza, tempo e quiete.

Al di là della bravura e dell’incredibile padronanza della tecnica, all’interno dei suoi lavori (ai quali mi piace pensare come fossero quasi degli esercizi meditativi) ci sono alcuni aspetti che spiccano su altri e sono la capacità di giocare con la luce e le ombre, coi pieni e coi vuoti, la capacità di cogliere anche le più piccole sfumature di colore che la natura offre solo a chi ha pazienza di guardarla davvero, infine la maestria del restituire allo statico foglio bianco il movimento della vita e della natura.

Federico Cano Correa