Paolo Gobbi è nato a San Severino Marche nel 1959. Si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove insegna dal 1998. Nel decennio precedente ha svolto attività didattica nelle Accademie di Lecce, Milano, Sassari e Urbino. Dalla fine degli anni Ottanta ad oggi ha esposto in mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero.

La pittura, nelle sue declinazioni più ampie, costituisce la centralità della ricerca artistica dell’autore: una pittura che non si limita in “citazione anacronistica” del passato ma che accetta il confronto con le istanze sperimentali della contemporaneità. Gobbi pertanto realizza, fino alla metà degli anni ‘90, lavori costituiti essenzialmente da assemblaggi di materiali di recupero, a loro volta connotati con sovrapposizioni di interventi cromatici. Nel decennio successivo, progetta e attua anche diverse esperienze visive, dove l’agire pittorico viene ampliato dal suo confine bidimensionale per espandersi nello spazio architettonico. Nei lavori realizzati dopo il 2005, anche se vi è un ritorno ai supporti di tela, carta e metallo, prosegue la ricerca “severa e rigorosa” che contraddistingue la fase precedente dove un “elementare alfabeto di immagini estremamente semplificate creano un gioco sapiente tra presenza e assenza”.

 

Esposizioni personali e collettive (selezione)

1988: Premio Maratti, Camerano (AN) 1989: Premio Marche, Ancona. 1991: Per una nuova astrazione (personale), Galleria Una Arte, Fano (PU).

1992: Paolo Gobbi (personale), Galleria Contemporaneo Arte, Jesi (AN).

1993: Trasparenze (personale), Galleria Bellosguardo, Cagli (PU).

1994: XXXIV Premio Suzzara, Galleria Civica Suzzara. (MN); L’isola di mare e l’isola di

terra (personale), Centro Luigi Di Sarro, Roma.

1995: Venti avventurosi, Galleria Artiscope, Bruxelles. 1996: Fuori quadro (personale), Galleria l’Idioma, Ascoli Piceno; Beelding,Belfort-Brugge(B). 1997: Paolo Gobbi (personale), Galleria La Virgola, Fabriano (AN); Opificio Piceno

(personale), Ripatransone (AP). 1998: Omnia mutantur, Pesaro. 1999: Segmenti d’autore, Galleria Puccini, Ancona;Corpo di guardia, Bazzano (BO).

1999/2000: Contemporanea, Ferentino (FR).

2000: Alle soglie del sacro, Fabriano (AN); Frammenti (personale), Studio Arte Fuori Centro,

Roma.

2001: 2° Biennale del libro d’artista, Cassino (FR).

2002: Godart, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo (PE); Officina Sibilla, Castello della

Rancia, Tolentino (MC).

2003: Sul bianco (personale), Studio Arte Fuori Centro, Roma; Godart, Museo Laboratorio,

Città Sant’Angelo (PE); 3° Biennale del libro d’artista, Cassino (FR). 2004: Infinitivo (personale), Galleria Contemporaneamente arte, Civitanova Marche (MC).

2005: Importexport, Galleria Bazart, Milano – Palazzo Primavera, Terni – Galleria Installart,

Caserta; Passeggiata effimera, area archeologica, Montegrotto Terme (PD); Fluido

Silenzio (personale), Pinacoteca Civica, Macerata; Godart, Museo Laboratorio, Città

Sant’Angelo (PE).

2006: TraCarte, Museo Civico- Fondazione Banca del Monte, Foggia; Godart, Museo

Laboratorio, Città Sant’Angelo; Mail Art Project, Durham (U K).

2007: Godart, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo (PE); 13 X 17, Galleria Berengo Studio,

Venezia-Murano; Infinitivo (personale), Spazio Aldo Bruè, Milano. 2008: La terra ha bisogno degli uomini, Sala Bianca, Reggia di Caserta; TraCarte 2,

FondazioneBanca del Monte, Foggia – Neue Sachsischer Kunstverein, Dresda (D) –

Galeria BWA Design, Breslavia (PL); LVIII Premio “G. B. Salvi”, Sassoferrato (AN). 2009: TraCarte 3, Fondazione Banca del Monte, Foggia; Godart, Museo Laboratorio, Città

Sant’Angelo (PE); Artisti a Palazzo, Palazzo Borromeo, Cesano Maderno (MI).

2010: LX Premio “G. B. Salvi”, Sassoferrato (AN); In Opera, Palazzo Bonaccorsi, Macerata;

2011: Over forty, Studio Arte Fuori Centro, Roma; 54° Biennale di Venezia-Padiglione Italia-

Marche, Mole Vanvitelliana, Ancona.

2012: Arte Fiera Off, Bologna; Premiata Officina Trevana, Palazzo Lucarini Contemporary

Trevi (PG); Imponderabili presenze (personale), Studio Arte Fuori Centro, Roma;

Borderline, Monteciccardo (PU); Carrà-Gobbi, Galleria Contemporaneamente arte,

Civitanova Marche (MC); La casa di Peschi, Museo Villa Colloredo-Mels, Recanati

(MC); A proposito di arte, Galleria Piazza delle erbe, Montecassiano (MC).

2013: Paolo Gobbi (personale), Galleria La Roggia, Pordenone; L’ospite tiranno, Palazzo

Tiranni, Cagli (PU); Libro d’artista, Museo Beit Hai’r, Tel Aviv (Israele); Tratti da Xenia

(personale), Biblioteca Comunale-Ex Carcere, San Severino Marche (MC).

2014: Pietra, arte e fuoco, Ex Monastero Agostiniani, Corinaldo (AN).

A cura di Paola Ballesi

 

La ricerca artistica di Paolo Gobbi, puntuale e coerente nel corso di un trentennio, di recente ha reso più marcata la costante che nutre la sua poetica: la dialettica presenza/assenza. […] Una presenza ora statica e ingombrante, ora discreta, talvolta addirittura impercettibile, ma comunque in grado di ingaggiare una contesa dialettica. […]

La spazialità oggi emergente dai suoi lavori è profonda e intrigante, dove l’interno si confonde con l’esterno, lo psichico con il geometrico, uno spazio astratto ma ad alto gradiente di tattilità, per lo più abitato da elementi grafici gracili e volatili che intrecciano sottili tracciati vibranti di tensione emotiva. Forte è sempre stato nell’artista settempedano il desiderio di attingere i segreti della pittura per penetrare nel cuore della figurazione creatrice di mondi che solo in essa vengono per la prima volta all’esistenza grazie alla forza espressiva del linguaggio visivo. […] Non deve sorprendere il passaggio di quest’ultimo decennio affidato a composizioni di griglie e segni ortogonali, inserti grafici che vanno a scuotere la neutra quiete della superficie pittorica spazzando via le tremule presenze filamentose dei lavori precedenti. In realtà l’artista apre alla geometria ma per decostruirne la logica destrutturandola in un errare “erratico”. […] E sugli embrioni formali l’artista concentra la ricerca più recente ad alto potenziale dialettico, come se una sorta di garbata ribellione gli imponesse di addomesticare le storiche “linee forza” in linee sinuose ad andamento libero nello spazio, in tracciati a gestazione continua e infinita. Come se dalla logica ortogonale cartesiana, dal principio di identità e dalla sillogistica, dominanti rispettivamente il linguaggio visivo e quello verbale, volesse assicurarsi una via di scampo alla ricerca di nuovi equilibri e nuove connessioni tutte da scoprire. Per questo lo spazio espositivo diventa lo spazio dell’opera, uno spazio-ambiente in cui autore e fruitore intrecciano i loro destini in un incontro del “terzo tipo” con la genesi del visibile. […]

Tracciati appena percepibili che si snodano in sequenze spaziali ritmate nel tempo, che si allungano con lievissime ombre accennando un possibile ‘altrove’, tracciati che per essere captati invocano un environment immersivo nel silenzio pervaso di stupore.