Nasce nel 1945 al confine tra la Grande Polonia e la Bassa Slesia.
Nel 1969 si laurea alla Facoltà di Architettura dell’Università di Tecnologia di Breslavia.
Architetto, urbanista e, nel tempo libero, fotoamatore, dai tempi di Zorka 5 (apparecchio fotografico prodotto in U.R.S.S. nel 1958-59).
Come architetto e urbanista ha lavorato in diverse realtà:
nel Gruppo Urbanistico della Provincia di Bystrzyca Kłodzka;
nell’Istituto di Ingegneria Edile dell’Università di Tecnologia di Breslavia,
nell’Istituto di Studi e Progetto dell’Università di Tecnologia di Breslavia,
nello Studio d’autore Progetto come parte della Cooperativa di Lavoro Creativo;
come Architetto delle città e dei comuni di Kąty Wrocławskie e Długołęka;
è stato inoltre Capo della Sezione di pianificazione del Dipartimento delle Infrastrutture dell’Ufficio Voivodato di Breslavia.

a cura di Monica Manfrini e Daria Kieżun

 

L’architetto Zbigniew Jakubek si dichiara nel testo che accompagna il suo lavoro: fotografo amatoriale. Mai come in questo caso la definizione risulta così calzante. Il rapporto che si è sviluppato in un lungo arco di tempo, direi oltre cinquanta anni, con i temi ritratti – in questo caso una selezione di architetture – è proprio di amore. Amore per gli spazi, amore per il nuovo, amore per l’antico, amore per i contrasti, amore per la ricostruzione. Lo spirito della ricostruzione animò le celebrazioni nel 2016 per Wroclaw città europea della cultura, dando impulso a numerose attività artistiche ed espositive in molte zone della città. Queste foto ci mostrano la grande spinta della città polacca a ricostruire e rinnovarsi, integrando senza timore le antiche costruzioni con le più avveniristiche invenzioni architettoniche.

Jakubek con le foto più antiche in bianco e nero, scattate a Budapest nel 1978, quasi un documento storico, ci propone di immedesimarci, con un ponte ideale di sguardi, negli spettatori di un evento che si sta svolgendo e che non ri-conosciamo, ma che ci piace pensare nel passato di una regione europea ancora soggetta a una difficile situazione politico-economica.

Con un salto di più di trent’anni la situazione è evoluta, si è aperta a nuove energie, a nuove strategie di integrazione e il nuovo paesaggio architettonico lo rivela in tutta la sua giovanile spinta. Un altro elemento compare in queste foto: si respira l’aria che avvolge gli edifici. Aria come contorno e come sfondo, aria di rinnovamento.